E mi centrò la fronte, disegnando sulle facce dei convenuti un quarto di luna da gota a gota, e sul mio stropicciato volto da neonata un ponticello tra sogno e risveglio, fantasia e realtà, mai oltrepassato... Una smorfia di stupore.
A completare l'opera della favola della vita, fungono da prologo le parole sovrappensiero dalle labbra ammiccanti d'amarena della fata Birichina:
Come refuso letterario, quell'anatema si stampò indelebile sul diario di bordo del destino, navigando in balia delle fatali acque senza mappe. Come bussola, il caso.
Mi sono sempre chiesta perché ciclicamente riecheggia dalla mia infanzia questo ancestrale monito.
Mi ricordo il metro del dottore che da sarto provetto misurava i mancati centimetri per salire alle vette dei bambini da record; quelli appiccicati sulle pareti dell'ambulatorio come una cartina stradale, con frecce, sensi unici e limiti di carico.
Oppure come la geografia al neon della mucca Carolina sull'insegna della macelleria sotto casa, una Padania posteriore così intermittente da far arrapare i bossi.
Alla stregua di una fettina di vitellone, alla bottega del dottore si veniva soppesati sulla bilancia, ove il barcaiolo dominava il dondolio del ferro sino al momento magico della confutabilità del moto perpetuo: la fusione dell'atomo in “stadera".
Tutta l'operazione veniva svolta nel più rigoroso silenzio, quasi sacrale, tra gli occhi smarriti di mia madre e il cipiglio del dottore che si accentuava quando vergava il grafico della mia evoluzione, come in un film muto, sottotitolato:
- Potrebbe fare di meglio... -
Il che per me significava intrugli colorati e malefiche pozioni da deglutire col naso arricciato fino a giungere, talvolta, all'omnia alchimia, ossia al prelievo di succo di ciliegia dalle mie linfatiche vene.
Col quale, l'apprendista stregone si sospetta, sciroppasse le sue granitine per emulare il gusto d'amarena della fata Birichina.
I giorni delle feste comandate, coi vestiti stirati addosso, si inaugurava il circo delle pulci.
Pulci bambine trasformate in foche burlone, scimmiette ballerine, caroselli di caramelle al miele.
Il babbo, tipico esemplare sbragato e mal rasato da domenica mattina, si tramutava in Principe Azzurro, sellava la lambretta, e scaricava una miniatura col berretto uso parabrezza alla giostra del parco.
Quella dei cigni. Anch'essa a farti da monito, rimembrando la fiaba del brutto anatroccolo:
- Potrebbe fare di meglio... -
La palla rotolava sempre sotto una macchina, incespicavi sullo stesso gradino, ogni cosa che toccavi era la più pura dimostrazione della legge di gravità.
Questione di magnetismo.
E il buongiorno scambiato col buonasera, perché non parli ma stai un po' zitta, per favore mi porti le ciabatte grazie prego poi preghi tu se non me le porti, stai composta mi pari una statua di sale, attenta al cane che morde sei proprio una cogliona a pestare una cacca...
Come una divinazione, che mi fulminò sulla via del catechismo, Dio vede tutto... Se potessimo udire la Sua voce, pensai, ecco l'undicesimo comandamento:
- Potrebbe fare di meglio... -
Fioretti a iosa.
La scuola. Il luogo deputato per eccellenza. Che provvede alla tua educazione, soprattutto a quella dei tuoi genitori. Formazione permanente.
All'asilo, la suora... è una bambina buona, però potrebbe mangiare di più.
In prima elementare: è una brava bambina, ma con i compagni potrebbe inserirsi di più.
Quei ricevimenti genitori senza pasticcini delle scuole superiori, il jngle della promozione alla maturità:
- Potrebbe fare di meglio... -
Il mondo di Fantasia divorato dal Nulla. All'appello dell'Infanta Imperatrice non si può rispondere con un "Presente"!
Alice dal Paese delle Meraviglie alla scuola alberghiera.
Maggiorenne e vaccinata, col timbro dello Stato come pera matura, eccoti catapultata sul mercato del lavoro.
- Potrebbe fare di meglio... -
Il che racchiude tutto un mondo produttivo.
Ruffiani, peripatetiche, tossici del lavoro. Extracomunitari della vita. Emarginati perfettamente integrati. Moriranno contenti.
A proposito di salute... dopo la doccia, l'analisi logica dei lardarelli di grasso: dieta, palestra, meditazione, areare la stanza (solo per fumatori).
Dal medico: "Alla tua età bisogna prevenire".
Sul lettino dello psicanalista: "La depressione si vince con l'amore".
Nonostante i ticket, Scienza e specchio non mentono mai.
Entrambi, all'unanimità, pontificano: potrebbe fare di meglio...
A questo punto c'è chi si dà alla politica, evvai con le bandiere arcobaleno, o si smarrisce sulla via della New Age dimenticando le chiavi a casa, chi gioca in Borsa e perde al Lotto.
Frequentando nel contempo biblioteche, concerti, saune, agenzie di viaggi, Internet Cafè, alla ricerca dell'anima gemella.
Indiana Jones del corteggiamento e matrimonio, si tradisce e procrea sino al divorzio, ponendo cosi fine d'un tratto a interminabili giornate di grama esistenza da figli a genitori e da sposi ad amanti, scandite tutte dal medesimo metronomo: potrebbe/meglio.
Rapsodia a più voci, in programma coro di voci bianche, alle quali però in tutela dei minori, non si può rispondere per le strofe o boicottare lo spartito.
Pronti a rifarsi una vita, alla scoperta dell'agognata e ritrovata libertà, tappa obbligata l'iscrizione a un club cittadino di single; sul pullman che porta in gita sociale ai terremotati della Valle degli Orti o del Mulino Bianco, scartando un Bacio Perugina, omaggio promozionale monodose, in controluce su carta velina si legge:
- Potrebbe fare di meglio... -
In nome dell'istinto di sopravvivenza, Madre Natura offre varie alternative: dal collezionare tentativi di suicidio allo scoutismo; dalla cucina vegetariana al cannibalismo; oltre ai corsi d'uncinetto, l'importante è comunque darsi...
All'amicizia, all'amore, al sesso... ove, soprattutto a gambe distese, finalmente regna sovrano il Caos.
Paradossalmente, la rivincita sulla vita, nell'apice in cui si sospira:
- Potrebbe fare di meglio... -
L'Altro!
Mai vendetta fu più assaporata...
Dall'ipofisi all'inguine naviga nel flipper di onde impazzite la carminia amarena di fata Birichina.
E il nocciolo? Sputato!
- Di meglio non c'è. -
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