Opere selezionate

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Roxan@ - Poesie in volo, raccolta dal 1995 al 2000

Utopia - Racconti e parole in libertà, antologia dal 1995 al 2000

Testi teatrali e fiabe: Prendete i bambini - L'Altro mondo possibile – Gli occhi di Frugolina

Anno 1993 - Lettura interpretativa tratta dal testo teatrale “Il Gioco” in occasione del concorso “Donne sull'orlo” a cura della Scuola Regionale di Teatro del Veneto.
Anno 1994 - Rappresentazione a Padova del testo “Prendete i bambini” nell'ambito della rassegna teatrale “Donne sull'orlo”.
Anno 1996 - Menzione speciale per la fiaba “Gli occhi di Frugolina” Concorso Europeo Omero al Salone del Libro di Torino.



sabato 1 febbraio 2020

Rosa Confetto



Caro amore mio,
per scriverti questa lettera ho spento tutte le luci,
tutti i rumori e i suoni che mi possono distrarre
da questo mio pensare a te.
Sono rimasta cinque minuti al buio
per scrutare il dentro,
ma il riflesso della sera mi si spara dentro agli occhi
e ancor non posso.
Vedo.
Provo allora a chiuderli, questi occhi stanchi
ma la mia mente, accecata, s'addormenta
e mi è impossibile parlarti nel buio.
La luce della lampada mi è troppo compagna
nell'orgasmo della scrittura.
Lo so che è da pazzi scrivere a un cieco
quando mai un cieco riceve posta?
Posta che parla d'amore.
Ma in questa mia lettera per te, ci metto il profumo
dei pensieri
parole che odorano di confetto
dolciastre e penetranti come l'amore consumato.
Pallido e ovale come il viso di una donna
che ti scivola fra le mani.
E l'assaggio, tutto il sapore,
con la punta della lingua ne solletico il piacere,
retrattile, come un bimbo col gelato.
Goloso e attaccaticcio.
Sazio.
Lo tocco. Lo sfrego tra i polpastrelli
e tutto il mio sentire è incentrato lì,
sulla punta delle dita.
Così accarezzo il mondo.
E poi col calore,
l'involucro si scioglie e si appiccica su me l'odore
il gusto, il colore.
Allora stringo, stringo più forte e lo spezzo.
Con lui mi si spezza il cuore.
Lo pesto sotto ai denti e amara è la mandorla
amaro il sapore dell'amore.
Il confetto non è più un confetto
è un frammento incastrato nei denti
lo smalto sui polpastrelli.
E' la briciola che con rabbia spazzo via dal tavolo
e che poi, raccolgo.
Ho bisogno di sciacquarmi la bocca e le mani
diluire questa mia sofferenza nel tempo
e inghiottirne le lacrime.
E se sfiori la carta, lo senti il mio pianto
non sei più obbligato a cercarmi gli occhi.
Tocca queste righe ondulate
sono il mare, salato.
E se ti soffierai il naso con questo pezzo di carta
indovina, quale tinta ha, l'inchiostro.
Fai una conchiglia di questa mia lettera
e appoggia, come sul grembo di una donna gravida
l'orecchio.
Sentirai le onde che ti portano.
E scopri in quale verso ti mando baci
lo leggerai col cuore
e se domani ti suona alla porta, apri.
C'è posta per te.