Opere selezionate

Opere selezionate

Roxan@ - Poesie in volo, raccolta dal 1995 al 2000

Utopia - Racconti e parole in libertà, antologia dal 1995 al 2000

Testi teatrali e fiabe: Prendete i bambini - L'Altro mondo possibile – Gli occhi di Frugolina

Anno 1993 - Lettura interpretativa tratta dal testo teatrale “Il Gioco” in occasione del concorso “Donne sull'orlo” a cura della Scuola Regionale di Teatro del Veneto.
Anno 1994 - Rappresentazione a Padova del testo “Prendete i bambini” nell'ambito della rassegna teatrale “Donne sull'orlo”.
Anno 1996 - Menzione speciale per la fiaba “Gli occhi di Frugolina” Concorso Europeo Omero al Salone del Libro di Torino.



venerdì 1 dicembre 2017

Poesia per Gianmarco

Io sono la mamma
di un bambino dagli occhi di neve.
Con la bacchetta magica,
spazzavo via le ombre del suo gelo.
Dopo il buio,
ombre sui suoi sogni
da catturare con una piccola pila.
La tua erre calcata sui miei ricordi.
Io bambina, i miei figlioli, un gattino
appollaiato sulla mia spalla.
Io sono la mamma di mille bambini.
Tu sei il bambino di mille mondi.
Al centro dell'universo, un abbraccio.

mercoledì 1 novembre 2017

Ad Agneszka

“Aguscia... Aguscia...”
Chiamava un piccolo nonno due anni fa.
 La sua mano,  umile e religiosa,
Stretta intorno alle tue dita bambine.
Poche monetine alla cassa del supermercato.
Cortese ma deciso il suo rifiuto al mio leccalecca.
Ancora non parlavi italiano.
Senza un papà, da poco riunite insieme.
Il nonno vi ha riportato a casa.
Della tua mamma, una rosa sul selciato.

domenica 1 ottobre 2017

Era solo un bambino

E se ne stava lì, rannicchiato, in un angolo.
La testa avvolta nelle mani.
Era solo un bambino.
Echi di grida, tonfi, il cuore alle tempie.
Fissava le mosche sulla parete.
Era solo un bambino.
Il diavolo, l’acquasanta, le unghie in cancrena.
Occhi sbarrati sull’ombra dell’impiccato.
Era solo un bambino.
Sei grande, gli dissero, non devi più aver paura.
La testa, il cuore, le mosche sotto le unghie.
Hanno picchiato un bambino.

venerdì 1 settembre 2017

Sarah


Sedici anni venduti al mercato delle schiave
Sedici anni calpestati da suole firmate
Sedici anni violati da peni dorati.
Sarah, bambina, il coltello che serve a tagliare le carni
Sarah, mia figlia, bambole dal collo spezzato
Sarah, le pietre, la croce, gli spari.
Sarah! L'Europa dal lungo serpente
ti condanna alla morte più dura
E la mia firma non porterà luce ai tuoi poveri occhi
Ma spero che almeno ti salvi una vita.

martedì 1 agosto 2017

Fango

Vorrei costruirVi una cattedrale di fango
per poi assistere
muta
allo sgretolarsi della Vostra ignavia.
Vorrei vederVi sprofondare in un mare di disprezzo
senza nome
così come anonimo
è l’odore della morte.
Vorrei che la rabbia che mi sale dentro trovasse cura
in quell’ospedale
franato
senza appiglio.
Vorrei scrutarVi gli occhi fino a soffocarVi
nel Vostro stesso ansito,
soffocando ogni scusa ogni preghiera
seppelliti da fantasmi rimorsi.

sabato 1 luglio 2017

La torre

Una cornacchia si alza in volo
Muffa sulle pareti
Conto i gradini.
Quassù si vede il cielo
La torre si perde nelle nubi
Una campana trapana il silenzio.
Guardo formiche correre
Alberi sferzati da artigli invisibili
Piove polvere.
Mi lascio cullare da onde sotterranee
La sola volta che non sussulta il cuore
Monaci pregano.
Il dipinto del santo mi fissa
Parlavo anch'io un tempo ai lupi
Un nastro riavvolge gli orari delle messe.
La torre vacilla
Le note riposano sull'organo crollato
Nel legno del confessionale incido la data.
Un cavaliere cerca la mia ombra tra i mosaici della vetrata
L'ultima freccia sarà per lui
Io qui, voglio salvarmi.
La torre mi abbraccia con le sue macerie
Il mio corpo si congiunge al cielo
Una cornacchia s'alza in volo.

giovedì 1 giugno 2017

Poeta

Donne che han camminato tanto,
che si riposano, stanche, su una veranda.
A scrutare oltre il cielo un nuovo confine,
a dialogare con una sedia vuota accanto,
a tormentarsi le mani, e il loro passato.
Donne che hanno amato incapaci di odiare.
Inadeguate ad ogni tempo.
Che le voleva ingenue bambine, vergini procaci,
dee, miti, puttane, mai streghe da bruciare.
Donne madri, comunque dai figli giudicate.
Spose ripudiate o lapidate.
Civilmente, tradite e calpestate.
Donne impotenti a volersi bene,
perché ad amare senza pretese,
sono state educate.
Pudiche, nei secoli scorsi favorite.
Oggi, chiamate inibite.
Donne troppo deboli o troppo dure,
da sempre tacciate di eccesso o in difetto.
Donne mai abbastanza pure o impure,
a giudizio perpetuo nel letto di un uomo.
Donne femmine e istintive, coricate;
o a far bambini.
Emotive se difendono se stesse,
i figli, un amore.
Donne fragili da proteggere sino alla noia.
Virili, che fan paura sino alla paranoia.
Donne amiche su cui versare miele
finché dura una storia.
Eterne nemiche su cui versare a vita
ogni rancore.
Donna poeta, amata per i suoi versi,
le sue emozioni.
Per un uomo non basta: abbonda
o scarseggia in ormoni.

lunedì 1 maggio 2017

Stupro

Presto presto sbarrate le porte
giù le serrande
chiudete i bambini…
Dio mio… spegnete le luci,
no no! Ombre giganti sulle pareti,
di chi quella mano che mi preme la faccia
sul muro?
Alza la radio a tutto volume,
casa infestata da spettri ghignanti,
non urlare, non gridare,
zitti tutti, sento qualcuno che chiama il mio nome…
No non mi toccare, io sono anelli di fumo,
se mi passi attraverso ti bruci.
Dita rattrappite sul volto, singulti,
capelli nei polpastrelli come soffice nido,
Io bambina, occhi sbarrati,
attenta all’uomo col sacco,
zio perché mi accarezzi le tette?
Non mi toccare che mi fai male,
che mi sporchi la pelle…
via un seno e poi l’altro, le ovaie,
dove sono le mie ovaie?
Mi sento dilatare, squarciare, non mi toccate!
Vi odio tutti,
complici di un dolore antico.

sabato 1 aprile 2017

Sarajevo

Non più parole per Sarajevo.
Che il mondo si rimbocchi le maniche.
Città vedova, ci sono bambini da sfamare.
Strade da ripulire,
Giacigli da preparare,
Sogni da cullare.
E che stanotte la neve copra i peccati.
E domattina, nuove speranze.
E nel silenzio ascolta un cuore che ricomincia
a battere.

mercoledì 1 marzo 2017

2 Agosto















Nell'ingorgo dei miei pensieri,
ti trovo.
A lavare coscienze
semafori di vita.
Al di là del vetro, occhi puntati contro.
“Sali” ti ho detto
ma tu non volevi più scendere.
E io devo tornare a casa,
sola.
Al prossimo incrocio nessuno,
la moneta stretta in pugno rotola fuori.
Alzo il volume per non sentire
l'eco delle sirene.
Troppi caffè all'autogrill.
Sul tovagliolo mi regalo una poesia.
Apro la porta e mi sciacquo il viso
un mazzo di rose sul tavolo.
So dove cercarti, madre.
E in questo giorno speciale
l'orologio alla stazione si ferma.
Ora come allora.

mercoledì 1 febbraio 2017

Poesia per Lorenzo

Ti vedo.
A frugare in fogli di giornale
a fissare in punta di matita
segni di rughe di te, bambino.
Vedo nel rosso dei tuoi quadri
scivolarti dalla tela
con dita insanguinate
aggrappate.
Vedo nella china l'alfabeto lacerato
macchie nei trucioli di ferro
tra i fondi di caffè
il tuo destino.
Vedo un cestino traboccante
di pensieri appallottolati
la clessidra capovolta
a promemoria.
Vedo forse un orizzonte,
un bozzetto di volo
barche neutre  e un solo mare
il verde e blu dell'acquamarina.
Vedo luce in una tua frase
“ad abbracciare tutte le strade del mondo”
vedo un lieve sorriso, a ponte l'arcobaleno.
Tu.

domenica 1 gennaio 2017

Scia

Nel tuo sguardo
perdo
il colore delle montagne, prati
papaveri stesi al sole
macchie d'inchiostro versato
In cui intingo le dita
ti spalmo gli occhi di cielo
con le labbra disegno
rugiada,
sorrisi cangianti
Porporina d'oro
o d'argento spargi,
cometa,
e fra le ciglia oscure della notte,
ti smarrirai.