Opere selezionate

Opere selezionate

Roxan@ - Poesie in volo, raccolta dal 1995 al 2000

Utopia - Racconti e parole in libertà, antologia dal 1995 al 2000

Testi teatrali e fiabe: Prendete i bambini - L'Altro mondo possibile – Gli occhi di Frugolina

Anno 1993 - Lettura interpretativa tratta dal testo teatrale “Il Gioco” in occasione del concorso “Donne sull'orlo” a cura della Scuola Regionale di Teatro del Veneto.
Anno 1994 - Rappresentazione a Padova del testo “Prendete i bambini” nell'ambito della rassegna teatrale “Donne sull'orlo”.
Anno 1996 - Menzione speciale per la fiaba “Gli occhi di Frugolina” Concorso Europeo Omero al Salone del Libro di Torino.



venerdì 1 marzo 2013

La leggenda di Duna


Si racconta che un viandante, dopo tanto peregrinare, si perse nel deserto.
Esausto e senza forze, al sole accecante s'addormentò.
Il vento gelido della notte alzò la sabbia e lo risvegliò.
Inginocchiata accanto a lui, una figura di donna.
Le sue mani a conca gli offrivano da bere, con lo sguardo gli disse:
- Tieni, dissetati. -
Lui sfiorò con le labbra le sue mani, non sentì acqua, ma un sapore dolcissimo, rinfrescante.
- Chi sei? - le domandò.
Lei cominciò a disegnare cerchi concentrici sulla sabbia.
Al centro del più piccolo, con il dito, tracciò un punto.
Glielo indicò e sorrise.
Di giorno attraversavano il deserto, alla ricerca di ristoro. 
Cactus da dividersi con le linci.
Di notte distesi si abbracciavano, riscaldandosi ai loro stessi fremiti.
Quando il vento delle dune colmava di polvere e sabbia occhi e bocca, immobili e muti stavano, a palpebre strette, finché la tormenta cessava e a vicenda si scuotevano dai capelli i granelli di sabbia. Lievi carezze sulle ciglia.
Un giorno giunsero a un'oasi.
Si lavarono, nutrirono, e s'addormentarono alla frescura delle palme.
Al risveglio lui la guardò:
- Restiamo qui per sempre. -
Lei scosse la testa.
- Perché no? - le chiese.
Per la prima volta, gli parlò.
Narrò della vita nel deserto, di miraggi, di come il vento sollevi sabbia, e di come poi tutto ritorni sabbia.
Di quando una volta lì c'era il mare e di quando si prosciugò.
Di come nel deserto si parli con se stessi, e di come il silenzio, la distesa infinita, sia la realtà speculare, altra, del mondo.
- Nel deserto senti la sete, fino a credere di morirne. Pochi sopravvivono, c'è chi vi impazzisce, qualcuno rincorre un miraggio fino a stramazzare di sabbia dentro agli occhi, e l'ombra di un ultimo volo, gli avvoltoi.
Nel deserto sei solo, puoi dissetarti dalle mani, mai berne a sazietà.
L'oasi è un miraggio, io stessa lo sono, io sono il deserto.
E questa è la sola verità.
Non cercare il mare qui, nel deserto.
Qui trovi onde di sabbia, tempeste di sabbia, tutto è sabbia. Ora bevi per l'ultima volta e poi vai, torna nel tuo mondo. E quando avrai sete, qui troverai gocce d'acqua, mai pioggia. -
Gli prese il volto tra le mani, gli inumidì le labbra di baci.
Lui sognò il mare nel deserto.
Intorno, sabbia.