Opere selezionate

Opere selezionate

Roxan@ - Poesie in volo, raccolta dal 1995 al 2000

Utopia - Racconti e parole in libertà, antologia dal 1995 al 2000

Testi teatrali e fiabe: Prendete i bambini - L'Altro mondo possibile – Gli occhi di Frugolina

Anno 1993 - Lettura interpretativa tratta dal testo teatrale “Il Gioco” in occasione del concorso “Donne sull'orlo” a cura della Scuola Regionale di Teatro del Veneto.
Anno 1994 - Rappresentazione a Padova del testo “Prendete i bambini” nell'ambito della rassegna teatrale “Donne sull'orlo”.
Anno 1996 - Menzione speciale per la fiaba “Gli occhi di Frugolina” Concorso Europeo Omero al Salone del Libro di Torino.



sabato 1 dicembre 2012

L'Altro mondo possibile

COME NASCE 
IL TESTO TEATRALE
 
Una sera mi telefona Alessandro, di ritorno dalla giornata “Genova un anno dopo”.
Mi racconta di un testo teatrale che gli ha dato Lucia, anche lei lì per Carlo, qualche foglio dattiloscritto che mi invita a leggere.
Il testo di Lucia è liberamente tratto da “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa Morante. 
La canzone dei Felici Pochi e degli Infelici Molti è un testo del 1968, attualizzato dopo i fatti di Genova.
Nasce da qui l’idea di contaminare questo scritto già affascinante e ricco di spunti, con altre voci, pensieri, emozioni; una raccolta di Felicità e Infelicità, intensità e leggerezza.
Per palco una piazza, non solo quella di Genova. Come attori gli artisti di strada: suonatori, giocolieri, trampolieri… 
Da cornice una sempre viva corte dei miracoli, che rappresenta il nostro mondo, quello possibile dei Felici Pochi, ancora accogliente verso gli Infelici Molti, curiosi di fermarsi a guardarci e ascoltarci, stupirsi.
E’ con gratitudine che diciamo grazie all’autrice del testo, Lucia, e ai compagni di viaggio che ci hanno prestato le loro voci; sentendole come un risveglio alla comunicazione, al confronto, alla Felicità.
Riconoscendoci, forse, in queste parole:
“Chi varrà di più, quattro gatti coi coglioni intatti o quaranta miliardi di castrati?”
“Amalo Come Te Stesso - il come debba leggersi uguale a Perché.”
Interpretando così la nostra voglia di esserci, con un pizzico di follia e un sorriso.
Ciao Carlo, a dopo.

20 luglio 2001
Non ci sara' un processo per i fatti di piazza Alimonda.
Il giudice per le indagini preliminari archivia il caso "Carlo Giuliani" e assolve Platanica in virtu' dell'articolo 53 del codice penale per "uso legittimo delle armi".
Il giudice ordina la restituzione ai due carabinieri delle armi e munizioni poste sotto sequestro e ai familiari di Carlo Giuliani degli effetti personali del giovane, comprese 64.700 lire che erano nelle sue tasche.

"felice il paese che non ha bisogno di eroi"


INTRODUZIONE

NARRATORE
Introducono la lettura a più voci gli artisti di strada, improvvisano, parlano del mondo, di questo mondo di Infelici, avvelenati nel cuore, che avvelenano e creano altri Infelici.
Ma esistono anche i Felici Pochi, quelli che sanno essere portatori di autentica gioia, il cui mondo è leggero e innocente. Ai Felici Pochi, uomini di ogni età col cuore ragazzino è affidata la speranza ultima dell'umanità.
Volete sapere chi sono i Felici Pochi?
 
PRIMA VOCE RECITANTE
Chi sono i Felici Pochi? Spiegarlo non è facile perché i Felici Pochi sono indescrivibili. Benché pochi ne esistono d'ogni razza sesso e nazione epoca età società condizione e religione. Di poveri e di ricchi (però se nascono poveri loro tali rimangono e se nascono ricchi presto si fanno poveri) di giovani e di vecchi (però difficilmente fanno in tempo a farsi vecchi) di belli e di brutti (a dire il vero loro, quando siano volgarmente intesi brutti, in realtà sono belli; ma la realtà è di rado visibile alla gente…);
insomma obiettivamente, per giustizia qua si certifica in fede che i Felici Pochi sono tutti sempre bel-lis-si-mi anche se per conto suo la gente non lo vede.
E volete sapere dove stanno di regola costoro?
Non c'è regola. Invero il loro proprio elemento naturale non è stato ancora scoperto finora in biologia. Se ne trovano al mare, in città nel deserto al centro e in periferia, dentro i vicoletti, sulle autostrade, può darsi nelle lune o negli astrusi pianeti, mai però negli alti gradi della burocrazia per cui hanno sempre sofferto d'una grave allergia.
Se ne possono incontrare all'università all'osteria in fabbrica in galera nei bordelli nei conventi fra i sapienti e gli analfabeti all'ospizio dei vecchi, all'ospedale dei matti. Ne spuntano magari nei climi meno adatti e si nascondono dove meno te l'aspetti.
Difatti i felici pochi sono accidenti fatali dei moti perpetui; semi originari del cosmo che volano tra poli fantastici portati dal capriccio dei venti e germogliano in ogni terreno...
ma assai più spesso tornano in certi orienti barbari e oscure zone depresse dove non si ha il vizio d'assassinare i profeti o di sterminare i poeti.
 
NARRATORE
RACCONTO DEL CLARINETTO
Conoscete Andreas, il funambolo? Molti di voi hanno diviso tratti di strada con lui, altri lo conosceranno solo per sentito dire, qualcuno lo avrà visto al TG (era lui che suonava il clarinetto davanti a un carro armato), la maggior parte non aveva idea di chi fosse... un idealista, forse? un no global? un “comunista”? Ve lo dico io: Andreas è una di quelle persone che la storia non ricorderà mai con il dovuto rispetto, vive su un carrozzone che per lui è casa, studio, palcoscenico; suona il clarinetto, cammina sulla fune, scrive poesie e vive del denaro che raccoglie nel cappello. Non sopporto la sua testardaggine, anche se non ho mai smesso di rispettarlo per le sue scelte; Andreas  è “arruolato” nella carovana dei disobbedienti, i cosiddetti “clown senza frontiere” partiti per dare un sorriso a chi non ha più occhi per piangere... e io mi chiedo dove possa trovarlo, quel sorriso!
In terra di Palestina, dopo mesi di tensioni laceranti, accuse prive di senso e ricatti politici di ogni specie, una vera e propria “falange disarmata” sta mettendo a repentaglio la propria vita per sostenere una popolazione messa in ginocchio: mi sento nauseato, se penso che non riesco a far altro che... piangere; già, potrei raccontare la sua storia, dedicarle una parte nel mio spettacolo ma a cosa servirebbe?
Il solo gesto di cui mi sento capace è mettere al suo servizio i miei canali informativi, la “mia” rete, amplificare la sua voce e riprodurre il suo sorriso su ogni video, disegnarlo sui muri della mia città, portarlo ovunque... non col moschetto, né con il pugnale, ma... con il clarinetto.
Vi sembra retorica? No, quando un essere umano è disposto a morire per aiutarne un altro, parlare di ideologia o politica sarebbe solo di cattivo gusto: questa è la più violenta forma di cortesia che abbia mai visto.
(Federico Berti)
 
SECONDA VOCE RECITANTE
E ora vi interessa sapere chi sono gli Infelici Molti?
Sono tutti gli altri.
E quale è il segno che fa distinguere quella minoranza degenere da questa maggioranza “normale”?
Si capisce che qui la risposta reale sarebbe la Felicità, però spesso la Felicità non è visibile alla gente comune che ha negli occhi la cispa dei troppi fumi di irrealtà che l'infettano, e per una disintossicazione generale la cura è un esercizio di eroica difficoltà...
 
TERZA VOCE RECITANTE
Ah per noi questo non va, niente da fare! Ma lei piuttosto adesso ci fornisca per favore d'urgenza nome cognome e indirizzo di alcuni Felici Pochi di sicura autenticità per tenerne qui un piccolo stock a disposizione senza tanta fatica e complicazione!
 
SECONDA VOCE RECITANTE
Ah sì signori vi capisco ma in coscienza, a dispetto di ogni buona intenzione non posso soddisfare la vostra ordinazione mi manca la statura, facoltà e competenza, abbiate pazienza! E poi si sa, anche la migliore società raccomanda sui nomi una certa reticenza.
I Felici Pochi, per loro natura se non sono sorvegliati sono sospetti alle autorità.
Chi mi assicura che sotto il vostro aspetto dl cordiale bonomia non si nasconda qualche spia della questura? Per carità non voglio malignare, sia come non detto anzi per dimostrarvi la mia buona volontà e conciliare la prudenza con la cortesia mi metto a sfogliare l'enciclopedia Universale e ne estraggo a caso il nome di qualche defunto Felici Pochi di fama internazionale. Ecco, per il momento vi potrà bastare di schedare i signori...
Antonio Gramsci morto di consunzione carceraria all'età di 46 anni nel 1937
Benedictus Spinoza morto bandito all'età di 45 anni nel 1677
Giordano Bruno bruciato vivo all'età di 52 anni nel 1600
Simon Weil morta di deperimento volontario all'età di 34 anni nel 1943...
 
NARRATRICE
POESIA DEL MADONNARO
Quei corpi, bambini ammazzati
tu piccola bianca bandiera
così si impara ad odiare.
Così ragionano i grandi, il potere
i missili intelligenti.
Ma quell'uomo che sapeva di osare
cercando rifugio in misere case
anche quell'uomo è da condannare.
Così ragionano i grandi, il potere
le bombe ribelli.
C'è un madonnaro strano in piazza.
Di chi quella gamba, quel braccio,
quell'ombra spiaccicata sul muro… di uomo?
Così insegno ai miei figli ad amare.
Non so da quale parte stare
ma so con quali occhi guardare.
E che gli ipocriti segnino a dito
la casella per gli altri da collocare.
E' come in ogni storia d'amore
e di guerra.
Le colpe son tante e di entrambi.
Ma finché ci sarà odio e rancore
la terra piangerà per mancanza d'amore.

NARRATORE CHIUDE IL LIBRO ED ESCE DI SCENA

QUARTA VOCE RECITANTE
Ed eccoci qua nel secolo XXI… anno 2002… dopo cristo, era mediatica.
A quanto pare di anno in anno i Felici Pochi diventano sempre più pochi.
E si capisce: gli Infelici Molti sono troppo affaccendati a fabbricare, trafficare, istituire, organizzare, classificare, propagandare la loro enorme indispensabile Felicità per darsi la pena dell'Infelicità minoritaria dei Felici Pochi.
Però si può sempre notare il solito inquietante fenomeno plurisecolare: in realtà, chissà perché l'Infelicità dei Felici Pochi è più felice assai della Felicità degli Infelici Molti!
La Felicità degli Infelici Molti non è allegra, non è mai allegra.
Per quanto si diano da fare gli Infelici Molti si devono rassegnare: la loro Felicità è Teterrima! Questo è regolare! E l'Infelicità dei Felici Pochi invece è allegra.
Dovunque, in ogni caso è allegra foss’anche  fra le orchesse e tra i cannibali, è allegra. E come si spiega? Mah! La vita è un rebus non c’è rimedio! Gli Infelici Molti ci si possono dannare per combinare creazioni originalissime di Infelicità contro i Felici Pochi.
La loro Infelicità è allegra Allegra Al-le-gra… a Gaza a Gerusalemme New York come a Kabul, in galera, sulla forca, sulla sedia elettrica nel suicidio…
Assolutamente, Irrimediabilmente, Definitivamente allegra.
Le sue urla sono allegre
Il suo delirio è allegro
Il suo sangue è allegro
Le sue puzze odorano di ginestre e gelsomino fresco mentre i profumi degli Infelici Molti sanno di muffa e di orina secca…
Possibile che dopo centinaia di migliaia di milioni di disastri questa commedia fallita si debba ancora replicare?
Per quanto vi intignate a sfrucugIiare, arrabattarvi decretare ordinare condannare ammazzare il risultato finale sarà sempre uguale.
Non c'è niente da fare la vostra Felicità è triste e l'Infelicità dei Felici Pochi è allegra irregolarmente assurdamente manicomialmente Allegra.
E potrei continuare ma ve lo voglio risparmiare tanto più che già mi sento stomacare e concludo con un esempio di cronaca più attuale.
E mi dovrete scusare Infelici Molti dell'universo se quale omaggio finale alla mia patria italiana dedicherò qualche verso alla storia nostrana…
…La voce uccisa del ragazzetto Carlo Giuliani che uscì per affrontare col suo corpo fresco e disarmato l'oscena mascherata del potere e cadde morto a Genova il 20 luglio di un anno fa, sentitela adesso quella voce tragica di primo canto benedetta lei quanto è allegra.
Virilmente, Spavaldamente, Fanciullescamente allegra
Allegra Allegra Allegra come il tema della traversata nel Flauto Magico
Allegra come venti mandolini ragazzini sotto le finestre d'una bella ragazzina che finge di dormire
Allegra come il duo di un fringuello di bosco e d'un conoscente suo, migratore di ritorno di prima mattina, sul bel giorno dell'equinozio ascendente
Allegra Allegra Allegra alla faccia vostra.
Seriamente, liberamente vittoriosamente allegra, mentre misericordia com'è triste triste triste come il conato d'un fischietto sfiatato suonato da un questurino pensionato nel suo gabinetto privato, triste come la canzone trasmessa alla televisione per la pubblicità di un sapone contro le squame e l'irritazione… quel Faccetta Nera a Bolzaneto quella sera…
 
PAUSA

ENTRA IN SCENA UN ATTORE COL VOLTO DIPINTO IN BIANCO E NERO - RECITA ALTERNANDO TIMBRO DI VOCE E IMMAGINE ALLO SPECCHIO - PROIEZIONE FILMATO “CARLO GIULIANI RAGAZZO” DI FRANCESCA COMENCINI
 
CINEFORUM
Flash
Panoramica sulla mamma di Carlo che parla.
Panoramica sui manifestanti.
Voci
Cavolo poteva farsi i cavolini suoi quel giuliani lì…
Guarda guarda un portachiavi con la foto del duce, infiltrati, infami bastardi…
Per me quei tizi non sanno neanche chi fosse il duce, magari era il portachiavi di suo nonno e ha tutta una storia affettiva dietro.
 
Flash
Panoramica su auto incendiate, cassonetti a terra, vetrine rotte e paletti divelti.
Voci
Ti rendi conto che le persone che vivono a Genova si sono ritrovate mezza città distrutta? E poi a cosa è servita quella manifestazione? A niente… una bella marcia pacifica, colorata e tranquilla no?
Quei tipi che trascinano un cassonetto dei rifiuti dimostrano il livello animale di quelli che vorrebbero un mondo migliore.
I cittadini per bene sono la gente che ha una casetta e vive nel decoro e nella civiltà rispettando il prossimo, che lavora onestamente e che ha il diritto di ritrovare il negozio intero il giorno dopo… Avete letto delle nuove minacce dei no global? “Occuperemo le case e le daremo a chi non le ha” Cioè… io lavoro una vita e mi spezzo la schiena per farmi una casa e una famiglia e poi arrivi tu e vuoi occupare la mia casa? Che entrino in casa mia… vedrai quanti Carli ci saranno sul tappeto.
 
Flash
Panoramica sui manifestanti.
Voci
Carina la scena dei manifestanti… carino anche il fatto che non ce n’è uno a viso scoperto.
Perché i poliziotti possono agire a volto coperto e coloro che scelgono l’anonimato non lo possono fare?
I poliziotti si mascherano per autodifesa, per la privacy, per salvaguardare la propria famiglia.
Perché la mia famiglia vale meno di quella dei poliziotti, di quella dei picchiatori di professione?
 
Flash
Panoramica sulle cariche della polizia.
Voci
A un signore di cinquanta anni che era lì è arrivato un lacrimogeno ed è dovuto scappare, badate bene, non stava facendo nulla, stava solo parlando con un amico. Ma perché deve sempre rimetterci la gente comune?
Forse perché alla fine i capi della gente comune si schierano con quei quattro rissosi maledetti… almeno così sembra dai giornali usciti in quei giorni… ma senti, con i mezzi che abbiamo a disposizione per comunicare, andare in piazza a far cagnara ti pare una forma di protesta intelligente?
Nel mondo dell’informazione girano solo le notizie che vogliono far girare… tutto regolare.
 
Flash
Panoramica sulla violenza delle cariche della polizia.
Voci
Io a Genova c’ero, col volto ben coperto, gli occhialini di plastica e un limone nello zaino per alleviare il bruciore. Nonostante questo ci ho messo tre settimane a farmi passare la corrosione al naso.
Poveri muri… meno male che quest’anno non è successo niente…
E sì, perché i muri sono da salvaguardare le ossa dei manifestanti sono da spezzare…
 
Flash
Panoramica sugli amici di Carlo.
Voci
Non ho molto da ricordare, però non era di certo un ragazzo da prendere come esempio.
Non mi sembra una grande persona, e comunque i suoi ideali non sono i miei, quindi…
E’ morto un ragazzo, certamente non può e non deve fare piacere, ma non facciamone un martire, o peggio, un eroe.
 
Flash
Fermo immagine su Carlo in canottiera bianca alla manifestazione.
Voci
Se erano coperti in faccia, è che volevano fare casini e non erano veri uomini, quelli veri vanno a viso scoperto!
Anche a viso scoperto, andare a fare casino, armati e col colpo in canna non è comunque da uomini;
se qualcuno ha bisogno di un colpo in canna per esprimersi, credo che abbia problemi seri… dentro.
Se Giuliani manifestava con serietà a quest’ora era ancora vivo… lui ha voluto andare contro ogni forma di serietà ed è stato punito!
Sì, e allora sparo e uccido… ma pensaci meglio!
Con queste chiacchiere stiamo dissacrando Giuliani sempre più… comincia a smettere di essere un uomo… ormai è diventato un fumetto.
Per dissacrare qualcosa bisogna che questa sia sacra…
Hai cambiato la mia vita, ora sono più forte, Carletto.
 
Flash
Panoramica sulla camionetta e su Carlo con l’estintore.
Voci
Vorrei vedere voi con una pistola in mano cosa fareste contro una decina di persone armate di spranghe, sassi, estintori, che si accaniscono solo perché vi hanno messo lì a difesa della legge.
Un mio amico carabiniere mi ha detto che se quando viene dato un ordine di carica non intervengono vengono severamente puniti e rischiano pure di peggio, e nulla trapela. Se  vedo uno con un idrante che mi vuole ammazzare sparo due colpi in aria (come sembra che in effetti il ragazzo abbia fatto) dopotutto si sono viste ben poche immagini di come erano ridotti i carabinieri dentro la vettura.
Io non mi schiero con nessuno. Il ragazzo poliziotto purtroppo si è dovuto difendere, Carlo da parte sua voleva far male a quel poliziotto. Di chi è la colpa... io non so dare una risposta. Sono no global anche io ma non appoggio la violenza.
 
Flash
Panoramica sulla mamma di Carlo che parla delle dinamiche dell’omicidio.
Voci
Certo a Genova c’erano anche persone pacifiche, ma perché visto come andava la faccenda non si sono rifiutate di mischiarsi ai soliti quattro delinquenti?
Io direi che sono stati i quattro delinquenti a mischiarsi alla gente pacifica… anzi, trovo molto bello che tanti manifestanti abbiano fatto valere la protesta intelligente, al contrario di quella stupida e violenta di quei teppisti.
Oh l’hai detto tu che erano quattro, io mica li ho contati… forse picchiandoli li calmi!
 
Flash
Panoramica sulla ragazza di Carlo che parla.
Voci
Carlo resterai per sempre nel mio cuore. In questo mondo devi essere pazzo altrimenti rischi di diventarlo presto!
Chi è stato a Genova quest’anno?
Io sì, e per cento a volto coperto ce ne erano diecimila che mostravano il sorriso.
 
Flash
Panoramica sull’arma puntata e sparo.
Voce della Morante: “Buona notte, biondino".
Voci
G8, la confessione: un agente di polizia ammette di aver messo le bottiglie incendiarie alla scuola Diaz per giustificare il pestaggio. - Ho risposto a un ordine di un mio superiore -
Nulla di nuovo, tutte cose scontate purtroppo, e la ditta che stava effettuando i lavori vuole indietro le sue mazze e picconi, e il taglio sul giubbotto del poliziotto (che ha dato il via alla mattanza) è falso; ringraziamo anche ì TG che con queste robe ci andavano a nozze…
Già proprio così, quando all’epoca dei fatti qualcuno disse queste cose si prese del delinquente, del comunista, di quello che vede complotti ovunque. Un anno fa le prime pagine: “ecco le armi dei pacifisti”… Oggi, Libero, Il Giornale, Il Corriere della Sera, Il Foglio che scriveranno in prima pagina con foto gigante? Di sicuro, nulla.
Poi passa un anno: la pubblicità negativa ai ragazzi no global è stata fatta, le teste sono state rotte, i poliziotti si sono sfogati, e allora si ammette tutto ciò che è stato detto subito dopo; ma all’epoca questa versione dei fatti era troppo scomoda, troppi riflettori puntati sulla vicenda, insabbiamo insabbiamo, i governi italiani lo hanno sempre fatto… tristezza.
Che vergogna!
E quando lo urlavamo… loro ci ridevano in faccia
E quando sanguinavamo.. loro ci ridevano in faccia
E quando ci torturavano… loro ci ridevano in faccia
Adesso dovremmo ridere noi, ma come mai non ne ho voglia.

INTERMEZZO MUSICALE MIMATO
 
NARRATRICE
TESTIMONI DI GENOVA
Avrei potuto esserci anch'io quel giorno a Genova. O i figli miei...
Per questo non sopporto chi dice “poteva restarsene a casa”.
Carlo era uscito di casa sì, Carlo era entrato nel mondo.
Io quando non posso uscire dal mondo, ascolto la radio.
Le onde sono energie, le mie le tue, le quotidiane del proprio vissuto, quelle silenti, presenti, della anime perse e disperse; in questo suono infinito che esiste, basta solo sentirlo, anche così ci si fa compagnia.
Fu in quella notte trasmessa alla radio che provai il terrore, alla Diaz, la cronaca, le immagini… il medesimo orrore del undici settembre poi.
L’amico che mi chiama e dice: “avrei voluto pigliarli a botte, tanta era la rabbia, ma ho pensato a mettere al riparo donne e persone inermi...”
E’ tutto qui, in una poesia: ”…intrappolati come tonni durante la mattanza”.
Si, avrei potuto essere io quella madre, o quel figlio.
Mai vorrei essere la madre, o il figlio, di chi ha ammazzato.
 
E tu, quante volte sei stato ammazzato?
Lo sparo, il cuore ancora che batte
le ruote sopra due volte, il cuore ancora che batte
i calci in faccia, il cuore ancora che batte
le notizie le menzogne, il postribolo delle offerte…
Ma di chi è quel cuore che batte?
 
Ho visto il filmato su Carlo, anzi, di Carlo.
Ho visto la sua mamma
così dolce e saggia non può,
non può una madre così, crescere un figlio violento.
E un figlio violento non può,
non può scrivere poesie, così tenere e tristi.
Ho visto il gelo di quei piedi soldati, zampe di belva, accanto al corpo di Carlo.
Ho visto, contando, i colpi su semplice gente. Non meno di dieci a persona.
Ho visto che Carlo non era un clochard ma poi,
come dice la mamma, chiunque ha diritto di esistere.
E Carlo viveva, nella sua casa e città, a Genova.
Ho visto una piccola mamma e un piccolo figlio.
E gli applausi sentiti di tanta piccola gente.
Ho visto una madre dire alla figlia:
"Chissà quella povera madre stasera".
Senza sapere che toccava a lei.
Ho visto la sua pacatezza sul viso segnato.
Che possa dormire, la pace dei giusti.
 
NARRATORE
Parole di lutto...
qualcuno a volte dice che ci sarà una fine
sarà solo una frase fatta?
Ci sarà mai fine per l'amore e la morte?
 
NARRATRICE
POESIA DEL SALUTO
A te
che ora mi guardi e finalmente sorridi
io lo so
che i fantasmi sono dentro di noi
che il male è al di fuori di noi
che non ti ho perso dietro una trama nera
perché io, solo io
leggo i tuoi occhi e sento il tuo abbraccio,
disperato come bambino.
Io che sono la madre ti dico:
ci ritroveremo.
Nella notte di San Lorenzo
una nuova stella avrà il tuo nome
insieme alle molte altre che tanto ho chiamato,
benedirò il tuo nome
e maledirò chi mi ha impedito di sentire risposta.
Perché non sarai tu, mia stella cadente,
a morire.
E io mai a vergognarmi, di un grido d'amore.

PAUSA CON MUSICA DI SOTTOFONDO
 
QUARTA VOCE RECITANTE
Sappiatelo padri meschini Infelici Molti di ogni paese, se ancora il corpo offeso dei viventi resiste in questo vostro mondo di sangue e di denti, è perché passano sempre quelle poche voci illese con le loro allegre notizie contro le vostre milizie, sevizie, immondizie
imprese spese carriere polveriere bandiere
istanze finanze glorie vittorie sciarpe littorie e sedie gestatorie,
contro la vostra ideologia la vostra polizia e tutta la vostra mortuaria litania ci serve solo quell’unica eterna scaramanzia: l’allegria.
E come vanno i vostri Reali, i Presidenti? I Generali?
E i rendimenti, gli emolumenti? Siete contenti dei vostri affari?
In famiglia tutto bene? La signora si mantiene?
E la Bomba come va? La più bella chi ce l’ha.
Bravi bravi, complimenti siete sempre regolari troppo uguali troppo uguali troppo tristi e troppo uguali troppo uguali e troppo tristi, tristi, tristi…
Questa terra non è mica roba vostra
la vostra guerra non è la nostra
noi vogliamo la Felicità perciò fatevi più in là, Via Ci Avete Definitivamente Obiettivamente Finalmente Stufato!
 
NARRATORE
RACCONTO DELL’ISOLA
Ho finalmente trovato il mio dio; non Dio Figlio, né Dio Padre, troppo confusi ormai entrambi nella contesa di ragione e cuore degli uomini.
No. Il mio dio è Dio Nonno. Pietoso, sonnolento. Dubbioso; quando gli fai una domanda. Immemore o dubbioso. Il suo stesso dubbio ne è la sua medesima essenza. La consapevolezza del proprio esistere probabilmente per un errore o forse no ci rende tutti suoi figli.
Come noi, figli del Mediterraneo.
Un mare che non è mai stato diverso dalla sua terra (non è mai stato diverso da niente), entrambi ingraziabili scenari di forze e di debolezze degli uomini. Ributtato a mare. Persino bombardato; a poche decine di metri dalla porta della casa di mia madre ragazzina; a Santa Lucia, vicino al Porto di Napoli; per la follia di un uomo che pur essendo uguale a mia madre si reputava migliore di mia madre, senza che a mia madre importasse poi molto della differenza. O che importasse a me.
La pace costa molto. E ormai pare che da molto tempo qualcuno abbia disposto ed organizzato che ci si abituasse a pensare che, la pace, la puoi pagare solo in due modi: o pagando molti barili di petrolio, oppure pagando molti barili di sangue.
E da allora quante parole hanno perso il proprio senso!
E quanto poco è il tempo che viene concesso ad un bambino per crescere abbastanza da poter recepire e recuperare un senso, prima di non lasciarlo più addormentare davanti ad una TV commerciale, senza più riconoscere paura e dubbio.
La TV che ci allontana dai pescatori.
Il Postino da solo voleva superare il modello letterario dannunziano, dell'esaltazione nietschiana della volontà, e dell'artista dal ruolo di guida e profeta della comunità, che reprimeva ogni tentativo evasionista; il Postino lo superava costruendo soltanto una metafora:
"Le reti dei pescatori sono tristi".
Triste nella propria insensatezza la lontananza che separa i figli dai propri padri.
Triste riconoscere che i padri hanno pur ragione di starsene lì; e facoltà.
Triste riconoscere che i figli abbiano pur qualche buona ragione di volersene allontanare.
Triste riconoscere che la storia ci allontana, anche se la geografia ci tiene vicini.
Triste riconoscerci una storia.
Vorremmo crearcene una nuova. Ma la storia è troppo lunga per noi soli.
Nell'immensità di un Mediterraneo aperto, a certi soffi di vento che soffiano pace.
Adesso voglio ricordare un giorno in cui ho pianto. Senza ricordarmene il motivo.
Per non soffrire.
L'ultima tartaruga sta.

IRRUZIONE CLOWNESCA SULLA SCENA DEGLI ARTISTI DI STRADA - DAL FONDO AVANZA UN ALTRO ATTORE CHE SI DISPONE DI FRONTE AL PUBBLICO
 
QUINTA VOCE RECITANTE
E voi poveri Molti figli Infelici e stolti di padri Infelici e stolti perché vi lasciate minorare? Non sapete che a lungo andare la servitù non è più necessità né fatalità né virtù, che aspettate a promuovervi alla maggiore età?
Non vi viene mai lo sfizio di indagare sulla vostra condizione, di impiegare un po’ di tempo in una felice meditazione?
Voi dite:
- Preferiamo la televisione, quei tuoi vantati Felici Pochi, per quanto ce li sventoli sono quattro gatti. La forza sta nel numero. -
Beh - io vi rispondo - Secondo i casi, per esempio chi varrà di più, quattro gatti coi coglioni intatti o quaranta miliardi di castrati?
 
VOCE FUORI CAMPO
- Ma va, va tu ci strazi vecchia coi tuoi discorsi astratti; qua parlano i fatti. -
 
QUINTA VOCE RECITANTE
Avete ragione ragazzi e allora eccovi i fatti: il numero agli Infelici Molti chi glielo dà? Il numero siete voi, questa è la triste o magari non triste verità; non vi viene mai lo sfizio di scombinare, olà, le cifre dell'operazione ordinaria? Di capovolgere la storia millenaria di sfondare le porte della stanza magica dove i tristi padri della tristezza da migliaia di anni si rinchiudono a manovrare?
Aria aria a questa prigione infetta!
Noi qua viaggiamo sul cellulare dell'ignoranza, non sappiamo né l'inizio né la conclusione. Ogni istante ci affretta verso l'ignota destinazione.
Ci conviene approfittare d'ogni occasione, chi sa quel che vi aspetta alla prossima stazione!
Date retta alla mia povera canzone:
Il Grande Manifesto Rivoluzionario Degli Estremisti Felici Pochi è Stampato a Miriadi Nei Giorni e Nelle Notti da prima ancora che esistessero le lingue e le scritture.
Ma per tutte le cose leggibili si dà sempre un'altra lettura nascosta e se i viventi ne smarriscono i cifrari anche l'autore delle scritture li smarrisce, per quanto sia chiamato Dio.
Difatti la casa di Dio sono i viventi e se questi chiudono le loro finestre l'abitatore della casa resta cieco.
Noi dobbiamo aprire le luci dei nostri occhi perché lui riveda.
Forse "nei cieli" non significa un al di là e nemmeno una regione altrui, forse la doppia immagine “come in cielo così in terra" si può leggere capovoIta essendo una figura sola raddoppiata nel proprio specchio. Forse "tornate fanciulli" insegna che l'ultima intelligenza della fine sta nell'identificazione col principio. Quanto al prossimo tuo puoi riconoscerlo naturalmente in chi nasce, venuto da non si sa dove, e muore per andarsene non si sa dove senza nessuno per salvarlo dal dolore né risparmiarlo dalla morte né padri né madri né in cielo né in terra.
Zingaro e solo né più né meno di te.
 
VOCE FUORI CAMPO
“Non sono qui per chiedervi né vita né perdono,
ma per mostrare a tutti chi veramente sono:
non un assassino, o un ladro o un traditore,
ma un essere qualunque,
con una testa e un cuore.”
(Carlo)
 
QUINTA VOCE RECITANTE
E sono persuasa che nel difficile comando Amalo Come Te Stesso, il Come debba leggersi uguale a Perché.
Perché l'altro, gli altri Felici Pochi, Infelici Molti, sapiens e faber cane e rospo ed ogni altra vita moritura sono tutti te stesso non tuoi simili né pari né fratelli né compagni ma proprio lo stesso unico Te Stesso.
La rivoluzione totale sarà compiuta solo quando quella lettura (come = perché) ti arriverà col tuo stesso respiro, non meno naturale di quanto all'infanzia arriva la scoperta del pronome "io".
Così tu immediatamente ti sarai riconosciuto e a te sarà venuto il promesso e allegro "regno tuo"…
 
VOCE FUORI CAMPO
- Ma Quando? -
- non c’è quando -
- Ma Dove? -
- non c'è dove -
- Ma Allora Come? -
- mah, succederà così… -
 
NARRATRICE
POESIA DELLA LUNA
Questa Luna che per te sogna:
ti portasse il mio grido
ma soffice e tenue.
Questa notte in te dorme:
vuole aprirsi
senza che me n'accorga.
Sei stata tu a sognare:
la primavera ti ha fiorito in sé.
Stelle perdono il suono:
se ci sorride
il cielo cade giù fra noi.
Luci dal buio
spargono noi.
Ai miei occhi, fratello
e amata,
è venuto qui a brillare.
E tu suoni, ma perché suoni?
Canta ogni volta che può: ma canta.
Non corre: lascia il sorriso perdersi,
ma canta.
Ma perché canta?
Odi?
E tu che cosa splendi?
Una farfalla lieve
sei fra la gente: il fiore.
Fiore? Ma perché fiore?
 
NARRATRICE
"Tutti abbiamo bisogno ora che Carlo simbolizzi vita e non morte, suoni, colori, corpi? Oggi dobbiamo lavorare di fantasia, spostarsi di lato, là dove loro non si aspettano che tu possa essere. Voglio vedere che provocazioni si inventeranno se a Genova, a luglio, con noi ci saranno anche tanti nonni, nipotini e famiglie, la cosiddetta gente onesta, insomma, che però non è né stupida né cinica e che a mettere un velo su tutto proprio non ci sta."
(la mamma di Carlo)

RIENTRANO IN SCENA TUTTI GLI ARTISTI DI STRADA SIMULANDO VOLI INCROCIATI, MUSICA, UN ASSOLO DI FLAUTO A SFUMARE.

SIPARIO