Facevo castelli di sabbia.
Un’onda me li portò via.
Allora costruii case di mattoncini.
Volevo metterci sopra un ombrellino di carta.
Ma una folata di vento me lo lanciò nell’acqua.
Con uno stecchino disegnavo cuori umidi.
La polvere sollevata dai sandali
me li seccava.
La sabbia bagnata,
lasciata scorrere a clessidra,
modellò guglie di cattedrali.
Nella notte,
raccogliemmo le preghiere delle anime marine.
Gemiti e sospiri delle ostriche che al buio
dischiusero le labbra.
E un balenio di perle illuminò il mare.
Al mattino, orme abbandonate sulla spiaggia
giacevano spaiate.