Opere selezionate

Opere selezionate

Roxan@ - Poesie in volo, raccolta dal 1995 al 2000

Utopia - Racconti e parole in libertà, antologia dal 1995 al 2000

Testi teatrali e fiabe: Prendete i bambini - L'Altro mondo possibile – Gli occhi di Frugolina

Anno 1993 - Lettura interpretativa tratta dal testo teatrale “Il Gioco” in occasione del concorso “Donne sull'orlo” a cura della Scuola Regionale di Teatro del Veneto.
Anno 1994 - Rappresentazione a Padova del testo “Prendete i bambini” nell'ambito della rassegna teatrale “Donne sull'orlo”.
Anno 1996 - Menzione speciale per la fiaba “Gli occhi di Frugolina” Concorso Europeo Omero al Salone del Libro di Torino.



domenica 20 ottobre 2013

Libertà



AIberto guidava.
Finalmente libero, pensava.
Davanti al finestrino scorrevano prati, mucche, fattorie.
Si fermò ad urinare.
Tirò su forte col naso, si aggiustò il cavallo dei pantaloni, accese una sigaretta.
Osservò un nido di formiche che gli ricordarono sbiaditi colleghi d'ufficio.
Una bianca .farfalla dal volo drogato... 
Marzia, chissà addosso a chi smaniava, ora...
Un moscone attirato dall'acre odore del rivolo gli ronzò ai piedi.
Il cielo era a chiazze. 
Da piccolo battezzava le nuvole.
Era cresciuta forte, Celeste. 
Della madre, restò un uomo per mano a una bambina.
Alberto risalì in macchina.
L'aria condizionata gli gelava i pensieri.
Ebbe un irresistibile impulso di gridare.
Le dita abbarbicate al volante, urlò.
Il silenzio della campagna gli inchiodò lo sguardo al vetro.

martedì 15 ottobre 2013

Rosso tramonto



L'uomo nero era solo sulla spiaggia deserta.
Seduto sulla sabbia, pensava.
Ai figli, alla moglie, alla sua Africa tradita e calpestata da migliaia di bianchi.
Alla giornata carica di tappeti, dove ogni goccia di sudore, s'intreccia con le umide orme che solcano la rena.
Un gruppo di ragazzi si avvicinò: 
- Vattene, sporco negro! -
- Torna nella foresta con le scimmie! -
- Corri o muovo la frusta! - 
E l'uomo nero, la testa china, pensava.
Poi si alzò, né giovane né vecchio, alto e robusto come gli schiavi delle sue generazioni.
Pugni chiusi e nervi tesi.
Occhi profondi come un baratro senza ritorno.
I ragazzi indietreggiarono: 
- O negro che vuoi fare? -
- E' pazzo scappiamo! -
- Aiuto c'ammazza! -
Il sole specchiò l'ultimo suo raggio di sera, nell'acciaio della pistola in mano al nero.
Uno sparo e poi...
L'uomo nero cadde sulla sabbia tingendola di rosso tramonto.

giovedì 10 ottobre 2013

Zoo



La bambina se ne stava, muta, ad osservare il gorilla.
Occhi umidi, prigionieri, teneva il gorilla. 
La bambina sgranocchiava popcorn. 
Il gorilla guardava il sacchetto.
Non aveva fame, ne' sete, ne' sonno.
Voleva quel sacchetto color carta zucchero.
Soffiarci dentro e fare bum.
Il gorilla si percosse il petto coi pugni stretti.
La bambina mollò il sacchetto e lo imitò.
Il gorilla rideva. La bambina rideva.
Il gorilla piangeva. La bambina piangeva.
L'urlo del gorilla echeggiò. 
La bambina apri la gabbia.
E rimase nella gabbia attigua a giocare con chicchi di mais.

martedì 1 ottobre 2013

Bambini



- E glielo dobbiamo dire subito o quando sarà grande? -
Era il pensiero martellante nelle teste di Anna e Luca, mentre l'aereo atterrava in Cecenia.
Tra poco sarebbero divenuti rispettivamente madre e padre, grazie all'adozione internazionale, di una bambina russa.
All'istituto l'attesa si fece spasmodica, sapevano soltanto che la bambina aveva sei anni, che era bionda con gli occhi azzurri e orfana di guerra. 
In quel Paese la legge imponeva un mese di permanenza per la reciproca familiarizzazione.
Quando la porta dell'ufficio si aprì, ad entrambi il cuore sobbalzò dall'emozione.
Entrò una suora che teneva per mano due bambine uguali, stesso vestito, occhi e capelli.
Stupiti, rivolsero uno sguardo interrogativo alla religiosa. 
Ella si affrettò a spiegare che si trattava di due gemelle e che loro avrebbero dovuto scegliere quale delle due adottare.
Pochi minuti per decidere il destino di una figlia.
Anna e Luca si fissarono, guardando ancora le gemelline, tornarono a scrutarsi negli occhi e sancirono un tacito patto che li consacrava genitori due volte in un attimo solo.
Dopo due mesi di regolamentare tempo di permanenza, si ritrovarono di nuovo sull'aereo in viaggio di ritorno.
Le bambine dormivano con la testa appoggiata sulle gambe di Anna. 
Luca proteggeva con lo sguardo le sue donne.
All'arrivo c'erano i genitori di Anna ad attenderli.
Le bambine corsero incontro al nonno, abbracciandolo e baciandolo sulle guance. 
Al nonno, rude e solido uomo d'un tempo, si sciolse il cuore. 
Imbarazzato dalla sua stessa commozione, fece per solleticare ai fianchi le sorelline, ma esse si ritrassero d'un tratto intimorite.
Anna allora sollevò alle piccole le magliette, mostrando lividi sparsi intorno le pallide vite.
All'istituto usavano distribuire pizzicotti ai bambini che non stavano buoni.
Una catena di mani a formare una famiglia, e si avviarono verso l'uscita.