- E glielo dobbiamo dire subito o quando sarà grande? -
Era il pensiero martellante nelle teste di Anna e Luca, mentre l'aereo atterrava in Cecenia.
Tra poco sarebbero divenuti rispettivamente madre e padre, grazie all'adozione internazionale, di una bambina russa.
All'istituto l'attesa si fece spasmodica, sapevano soltanto che la bambina aveva sei anni, che era bionda con gli occhi azzurri e orfana di guerra.
In quel Paese la legge imponeva un mese di permanenza per la reciproca familiarizzazione.
Quando la porta dell'ufficio si aprì, ad entrambi il cuore sobbalzò dall'emozione.
Entrò una suora che teneva per mano due bambine uguali, stesso vestito, occhi e capelli.
Stupiti, rivolsero uno sguardo interrogativo alla religiosa.
Ella si affrettò a spiegare che si trattava di due gemelle e che loro avrebbero dovuto scegliere quale delle due adottare.
Pochi minuti per decidere il destino di una figlia.
Anna e Luca si fissarono, guardando ancora le gemelline, tornarono a scrutarsi negli occhi e sancirono un tacito patto che li consacrava genitori due volte in un attimo solo.
Dopo due mesi di regolamentare tempo di permanenza, si ritrovarono di nuovo sull'aereo in viaggio di ritorno.
Le bambine dormivano con la testa appoggiata sulle gambe di Anna.
Luca proteggeva con lo sguardo le sue donne.
All'arrivo c'erano i genitori di Anna ad attenderli.
Le bambine corsero incontro al nonno, abbracciandolo e baciandolo sulle guance.
Al nonno, rude e solido uomo d'un tempo, si sciolse il cuore.
Imbarazzato dalla sua stessa commozione, fece per solleticare ai fianchi le sorelline, ma esse si ritrassero d'un tratto intimorite.
Anna allora sollevò alle piccole le magliette, mostrando lividi sparsi intorno le pallide vite.
All'istituto usavano distribuire pizzicotti ai bambini che non stavano buoni.
Una catena di mani a formare una famiglia, e si avviarono verso l'uscita.